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Secondo un recente studio dell’Associazione Europea dei Produttori di Automobili (ACEA), nel mese di agosto una su cinque macchine nuove vendute all’interno del territorio dell’UE sono completamente elettriche. In particolare hanno preso una porzione di vendite pari al 21%.

Questo rappresenta un ottimo segnale per l’eccellenza europea nel campo delle automobili, anche perché questo è il tredicesimo mese consecutivo, dopo la pandemia, in cui le vendite complessive sono aumentate.

Di certo, anche il bando alla produzione di nuove macchine con motori a combustione interna entro il 2035 ha dato una spinta a queste nuove vendite di veicoli ecologici, ma non basta per nulla a fermare il cambiamento climatico già in atto da decenni. Le azioni di noi sigoli cittadini sono solo polvere negli occhi, la responsabilità individuale impallidisce quando si pensa ad un dato riportato dall’importantissimo giornale “The Guardian”.

100, solamente cento, compagnie hanno prodotto il 71% delle emissioni di gas serra dal 1998 (al 2017, anno in cui è stato pubblicato lo studio). Certo, comprare un auto elettrica può essere conveniente e vantaggioso per molti motivi e il trasporto privato rappresenta una fetta importante di emissioni di CO2 e altri gas inquinanti e dannosi, soprattutto per la nostra salute, ma le auto elettriche non ci salveranno se non si interviene su chi davvero inquina, ogni giorno, nel silenzio assordante delle istituzioni.

Non per niente, una soluzione più accessibile per i cittadini (e in molti casi anche più ecologicamente sostenibile), è scegliere il trasporto pubblico (dove possibile chiaramente) saltando completamente l’acquisto e quindi la produzione di nuove automobili o l’utilizzo di energia elettrica proveniente da fonti fossili.

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