E’ ormai dal 1200 che ogni anno, il giorno del Venerdì Santo, nel piccolo borgo medievale Terravecchia di Sarno, si celebra la Processione delle Croci e dei Paputi. Protagoniste sono le nove confraternite della cittadina, triplicate rispetto al numero originario, confermando in ogni caso, il valore magico sacrale del “tre”, rinviando entrambi alla Sacra Trinità. I Paputi (“paputo” dal latino “pappus”, “vecchio”) sono incappucciati e portano sulle spalle delle croci lignee, con il loro abbigliamento ricordano il trapasso, l’allontanamento dal peccato e dal male e simboleggiano con il loro cammino l’inizio di una vita rinnovata.Le cappe che i Confratelli indossano sono bianche e marrone, un colore che rinvia alla condizione di “coloro che, pur vedendo, non sono visti” a causa del loro aspetto diafano e trasparente, come se fossero trapassati. Solo i paputi della Confraternita di S. Matteo portano il cappuccio rosso, simbolo di sofferenza, sangue e dolore sottolineando il rapporto contrastante di vita/morte. L’intero percorso è accompagnato da canti religiosi che sottolineano il dramma della morte, condivisa dagli officianti, ma contemporaneamente sono un inno alla rinascita della vita stessa, acclamata dall’intera comunità.