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Nessuno conoscerà mai il peso dei tuoi sacrifici.

Quel grembo caldo e accogliente, ospite di dieci vite umane.

Nessuno conoscerà quanto te, la delusione di esser stata orfana di padre, dell’essersi sentita manchevole di una spalla forte su cui poggiare. Di braccia grandi pronte a difenderci quando ne avevamo più bisogno.

Nessuno conoscerà la forza, il coraggio, la stanchezza che hai dovuto sopportare.

Il timore di non riuscire a dare tutto quello di cui, quei bambini avevano bisogno.

Qualcuno dirà che i figli non sono un obbligo, e così infatti non è stato.

Ciascuno di loro è una scelta.

Però, cara nonna, io vedo oltre.

Sento una parte di te dentro di me.

So che una donna non può e non deve solo sentirsi madre; che una donna deve poter coltivare se stessa, le sue passioni. Ma allora era tutto così diverso, così sbagliato pensare una cosa simile.

So che avresti voluto studiare, poter guidare, lavorare, e so che ne avresti avuto le capacità.

So che hai accettato con dolcezza ogni cosa che la vita ti ha donato, anche i momenti bui.

Non hai mai avuto rancore o rabbia nei riguardi di chi ti ha ferita. Nessuno e niente è stato capace di toglierti quel sorriso. Solo la perdita di chi hai tanto amato ti ha segnato.

Testimone del mio passato, porto sicuro, anima sensibile: tu sei unica.

E se allora erano altri tempi, se nessuno ci ha mai detto che valiamo per tutto ciò che quotidianamente compiamo, oggi te lo dico io.

Io, ramo delle tue radici ti osservo con amorevolezza e stima.

Sento i pesi che hai dovuto sopportare, e mi sento venir meno.

La tua forza sia per me, sempre un punto di riferimento insieme alla tua storia, affinché possa raccontare, fino a quando vivrò di te.

Nessuno morirà mai se verranno tramandate le “gesta” di chi ci ha preceduti.

Auguri a te, a tutte le donne, madri che hanno sacrificato se stesse.

Foto presa dal Web

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