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Recensione del volume Mille voci contro la violenza a cura di E. Fenu

Anna si è uccisa per la libertà.  Anna è stata sopraffatta dalla violenza morale. Nadia fugge per difendere la sua dignità. La sua umanità. A Manila il mondo ha negato la giustizia, costringendola al silenzio.  Maria ha visto il volto di una donna oltre quello di una madre. A una bambina hanno tappato la bocca, usato violenza. Erano in tanti. Erano indegni. Un corpo ridotto a stracci. Un animo puro: sporcato. Margherita ha sofferto. Margherita ha trovato il coraggio di perdonare. A una donna sono stati negati i colori della vita, dell’amore, del cielo.

L’unico colore che ha macchiato la sua esistenza è stato il rosso: rosso come il sangue. Alma non è stata creduta. Alma si è difesa sola dal suo aguzzino. Una donna ha imparato ad amarsi, ad essere diversa da sua madre. Un’altra scampata alla guerra è ora vittima di un amore malato.

A Channery hanno negato la memoria, la maternità. Una donna tenta la fuga come forma di salvezza. Una stella è caduta mentre un’anima è volata in cielo. Questa donna ha smesso di avere paura.

Ad Evelina hanno sottratto l’infanzia e la sua purezza. Una donna riconquista il suo “tempo” quello di ora, quello del futuro.

Sophie ha perso il senso di se stessa. Naviga in un mondo di ipocriti e bugiardi.

Un’altra donna, ancora, odia le rose gialle. Crede di meritare il male.

Giulia è piccola. È solo una bambina.

Ad una donna è stata strappata con violenza la maternità.

Un’alta è vittima dell’ipocrisia e del buon senso, moglie della violenza e della rabbia.

Un fratello ha visto la sofferenza negli occhi dolci di sua sorella.

A lui non hanno insegnato che è giusto vedere piangere sua sorella.

C’è chi osa andare via, percorrendo tanti chilometri, perché la persona che ha accanto non la merita.

Serena lotta contro il maschilismo e le differenze di genere.

Cinzia abbraccia Pietro e poi fugge. Cinzia fugge. Non vuole sentirsi una cretina.

C’è chi lotta ancora contro i luoghi comuni.

Eva è spaesata. Eva vuole lasciarlo. Eva deve tornare ad essere felice.

Alma combatte la paura. Il silenzio. E racconta.

Le Stelle Nessuno vivono, invece, oltre il disprezzo, il timore e le insicurezze. Una verginità da dimostrare, da difendere contro le malelingue. Non c’è nulla da festeggiare.

Una donna comprende che l’amore dona felicità non schiaffi, non violenza. Un’altra porta sul corpo i segni di una rabbia inaudita che tenta di giustificare.

Un amore ingiusto ha ucciso due persone in una, come lamentava Didone abbandonata Enea.

Un’altra trova la morte, un’altra la violenza esercitata da un ragazzo della sua stessa età che le piaceva.

Arianna ha smesso di credere che il marito non è “cattivo”. Arianna si è salvata dal mostro.

Attraverso questa lettura, queste storie, questi autori, Mille Voci si mescolano, si innalzano, si confondono. Quasi stordiscono, a tratti feriscono l’anima. Ciascuno è consapevole che dietro l’immaginazione tipica dello scrittore la realtà si macchia di tali ingiustizie, disparità, violenze e sopraffazione. Mille Voci si uniscono per denunciare, per raccontare, per squarciare il silenzio della paura. Un retaggio sociale e religioso che grava sulle spalle delle nuove generazioni, che ha determinato e spalmato quelle precedenti. Storie di abusi di violazioni individuali fondamentali quali: la libertà di decidere chi sposare, cosa fare della propria vita, avere un rapporto sessuale consenziente.

Epiloghi tragici, mente malsane capace di manipolare le vittime in nome dell’amore. Un grido si leva chiede giustizia. La donna è gracile e delicata, ma allo stesso modo robusta e forte. Alza il suo volto, il suo capo non è più chino dinanzi all’uomo. Il suo sguardo sostiene quello del marito, del compagno, del maschio. L’uguaglianza è un diritto UNIVERSALE.

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