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E’ il giorno di Roma-Salernitana, due squadre molto care ad Agostino Di Bartolomei. E’ stata anche una questione di dare e ricevere, perché in entrambe le piazze non è mai mancato l’affetto, la stima e il rispetto verso questo grande calciatore.

Grazie all’intuizione di Nils Liedholm di posizionarlo davanti alla difesa, Di Bartolomei mise in evidenza tutte le sue doti: carisma, rendimento costante, intelligenza tattica, lettura in anticipo delle fasi di gioco e pensare più velocemente rispetto ai suoi avversari. Ottima visione di gioco, gran tiro dalla distanza e spiccate doti nei calci da fermo come punizioni e rigori. Una sorta di centrocampista moderno dell’epoca.

Gli anni di Roma

Dopo aver dato i primi calci nel suo quartiere romano, Di Bartolomei approda nel vivaio della Roma vincendo poi due campionati e guadagnandosi le prime convocazioni in prima squadra nel 1972-73. L’esordio in Serie A arrivò a 18 anni in un Inter-Roma terminato 0-0 sotto la guida di Antonio Trebiciani, mentre il primo gol arrivò nella stagione successiva, nel 1973-74, contro il Bologna. In quei primi anni di giallorosso oscillava tra Primavera e prima squadra, tant’è che si optò per un prestito in Serie B al Vicenza per fargli trovare continuità.

Ritornato a Roma, Di Bartolomei diventò in poco tempo un punto fermo per la squadra: dalla stagione 1976-77 al 1983-84, di fatto, saltò pochissime partite proprio per la sua importanza tattica lì in mezzo al campo. Talmente fondamentale che riuscì anche a guadagnarsi la fascia da capitano, un riconoscimento sacro in quel di Roma. La stagione 1977-1978 fu per lui quella più prolifica, avendo messo a segno 10 reti; nell’anno dello Scudetto, 1982-83, ne realizzò invece 7. Proprio in quella stagione Liedholm decise di arretrarlo nel ruolo di “libero” accanto a un giovane Vierchowod, ottenendo degli ottimi risultati.

In totale giocò con la casacca della Roma 308 gare (146 con la fascia al braccio), segnando 66 gol. In undici stagioni conquistò, oltre allo Scudetto del 1983, anche tre Coppe Italia, raggiungendo inoltre nel 1984 la finale di Coppa dei Campioni persa ai rigori all’Olimpico contro il Liverpool.

La sua avventura in giallorosso, però, non si concluse nel migliore dei modi: con l’arrivo in panchina di Sven-Goran Eriksson venne messo ai margini della rosa perché ritenuto non idoneo dallo svedese per il suo calcio. Chiuse in grande stile con la vittoria della Coppa Italia nel 1983-84 contro il Verona, con i tifosi che gli dedicarono lo striscione: “Ti hanno tolto la Roma ma non la tua curva”.

A Salerno per chiudere la carriera

Dopo gli anni d’oro di Roma e di Milano con la maglia del Milan, Di Bartolomei decise di chiudere la carriera con la Salernitana. A Salerno dal 1988 al 1990 totalizzò 52 presenze e 16 reti, e fu protagonista della promozione in Serie B dopo 23 anni di assenza.


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