Dovremmo prepararci ad un’ emergenza sociale senza precedenti e dalla portata realmente poco prevedibile. Purtroppo ci sono famiglie che già prima arrivavano a stento a fine mese, ed ora, se riescono a mettere un piatto a tavola lo fanno soltanto grazie all’aiuto della Caritas o qualche altra associazione di volontariato. Se questa emergenza andrà avanti ancora per molto e quindi le misure restrittive del Governo costringeranno altre attività a chiudere, tutte queste famiglie che stanno dando fondo anche agli ultimi pochi risparmi messi da parte nel corso degli anni, come faranno a sostentarsi? Cosa accadrà quando i lavoratori che lavoravano in nero saranno costretti a denunciare il loro stato di bisogno? Cosa potrebbe succedere quando queste persone avranno fame e non sapranno come procurarsi da mangiare? Sicuramente ci sono persone che lavoravano anche per qualche autorità pubblica, per qualche individuo che ricopre cariche istituzionali e che ora date le misure governative non può “usufruire” dei loro servigi.
In questa fase chi ha di più non deve essere avaro, bensì deve donare a chi ha di meno o non ha più nulla. Se siamo arrivati a questo punto è perché non sempre abbiamo saputo tradurre in gesti ed iniziative concrete quei concetti di solidarietà sociale tanto espressi sui social network ma che mai sono stati realmente attuati. Se non ci saranno aiuti veri e concreti sopracitati potremmo vivere dei periodi ancora più bui e tristi di quelli che stiamo vivendo adesso. E così #nonandràtuttobene.
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