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Profumo di sugo.

La parola chiave è “braciola di vitello”, insomma devi per forza sporcare la tovaglia bianca, e la glicemia ti deve per forza salire alle stelle.

Ma noi siamo felici così: a tavola, a mangiare.

Rimango nella mia terra, la Campania, e ci abbino una bella struttura enoica, tannica ma non arrabbiata, che sappia equilibrare la sapidità prepotente delle portate del pranzo.

Sannio. Precisamente località Ponte, un piccolo centro abitato di antiche origini, così chiamato perché li vi si imponeva un ponte romano sul quale passava la Via Latina di collegamento tra Benevento e Roma, “consumato” nei secoli dal via vai di romani buongustai che lo percorrevano per venire qui a rifornirsi di uva buona.

L’azienda vitivinicola si chiama Nifo Sarrapochiello, cognome di una famiglia che da tre generazioni produce nel territorio del Sannio, e al cui timone, oggi, c’è Lorenzo Nifo Sarrapochiello. La filosofia applicata per l’allevamento e la produzione, è quella dell’agricoltura biologica, fin dal 1998: vendemmie manuali, norme produttive a tutela dell’ambiente e della salute del consumatore. Estesa su circa 15 ettari di vigneti e oliveti, tra i 200 e i 450 mslm, l’azienda si trova proprio ai piedi del Monte Pèntime, dove il suolo è marnoso argilloso calcareo, nel cuore dell’areale della DOCG Aglianico del Taburno.

Ed è proprio il loro Aglianico del Taburno DOCG che abbiamo bevuto, 100% Aglianico, annata 2016. Vendemmia nella terza decade di ottobre, viti con età media di circa 10/15 anni; il vino arriva in cantina, subisce una soffice pressatura e poi viene fatto macerare in acciaio a temperatura controllata, affina poi 8/12 mesi in acciaio inox, 14/16 mesi in botte grande e finisce con una permanenza in bottiglia di circa un anno.

Aglianico del Taburno DOCG, vendemmia 2016, Azienda vitivinicola Nifo Sarrapochiello.

Alla vista è un bellissimo rubino, vivo, carico. Il naso si esprime con un bouquet variegato di frutta rossa matura, succosa, la ciliegia, la mora, con i fiori come le rose rosse, il ciclamino, il geranio. In bocca è morbido, fluido, avvolgente, con un tannino perfettamente integrato. La sua struttura è robusta ma non impostata, è casual, fresco. In bocca si ritrova la frutta e la parte floreale e in più si aggiunge una nota tostata di polvere di caffè, ma anche di cacao amaro.

L’Aglianico del Taburno di Nifo Sarrapochiello è un vino smart e l’abbinamento con la braciola al sugo di mamma è perfettamente riuscito.

Foto di Brigida Mannara.

Immagine di copertina: Brigida con l’Aglianico del Taburno 2016 di Nifo Sarrapochiello.

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