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Anche se con un po’ di ritardo rispetto alla data prevista, oggi usciamo con loro i Segni Distintivi e il loro brano “Ci vorrebbe un Raggae”.

Duo in divisa, si tratta di due ragazzi, Angelo Forni e Fabio Sgrò, salernitano il primo, romano il secondo, che si sono conosciuti e stimati sul lavoro, quello da poliziotti, quando erano a Milano insieme, sulla stessa pattuglia, dove hanno avuto modo di raccontarsi e condividere un sogno, quello della musica che nasce introno al 2012/2013, dopo qualche anno di chiacchierate, confronti e idee.

I pezzi sono originali, Angelo è la voce e la chitarra acustica e Fabio è al basso.

Partono dopo poco con una canzone che Angelo aveva scritto tempo prima, all’inizio fanno tutto loro, dalla registrazione a tutte le altre operazioni che riguardano la realizzazione di un brano, rimangono attivi qualche anno poi segue un periodo di fermo perché le loro strade si dividono, Angelo torna a Salerno mentre Fabio rimane a Milano. Poi però si ritrovano e qualcosa cambia.

Debuttano ufficialmente nel 2019 con un brano che ha toccato molti cuori, tra cui il mio: “La pagella” dedicato alla storia del ragazzino migrante morto nel Mediterraneo con la pagella cucita all’interno della tasca della giacca che portava. La pagella è contenuta in un album con diversi pezzi dal titolo “Verso un Porto Migliore” che ha dato inizio al loro percorso musicale con una risonanza mediatica più importante.

Oggi, sempre sulla scia di un racconto legato alla sensibilità sociale, ma con un pizzico di sale in più permesso anche dal fatto che questa volta il brano ha un ritmo raggae, divertente, ascoltiamo Ci vorrebbe un raggae

Nasce l’anno scorso sulle riflessioni di un momento storico importante in cui gli attimi e gli animi di ogni cittadino del mondo erano scanditi a suon di annunci sullo stato di avanzamento di una maledetta pandemia. La situazione ad oggi, è ancora in stato evolutivo il che rende il brano ancora attuale.

Doppia personalità per questo brano. Da un lato un ritmo raggae, giamaicano, estivo, allegro, con i suoni volutamente tipici del suo genere dagli strumenti agli arrangiamenti, dall’altro un testo più profondo, riflessivo.

Angelo e Fabio portano in causa temi attuali nascondendoli tra le righe.


Angelo Forni e Fabio Sgrò dei “Segni Distintivi”

Un grido di rabbia condiviso per il caso Floyd, l’afroamericano morto per l’eccesso di potere di un poliziotto che ha fatto vincere la frustrazione, la repressione propria, probabilmente, fino a che il “ginocchio di uno stronzo sul collo” ha scandito gli ultimi respiri di un uomo colpevole solo di aver avuto la sfortuna (se la sfortuna può essere una colpa) di incontrare una divisa che divisa non è.

La voglia di trovare persone sincere, che nonostante l’ultimo anno passato ad indossare mascherine, abbiano il coraggio e l’umiltà di togliersi quelle maschere immaginarie che coprono la propria personalità. Un concetto velatamente nascosto anche nell’interpretazione video della canzone, dove sono tutti di spalle a simboleggiare una sorta di protesta nei confronti di ciò che da un anno a questa parte è diventato un gesto integrante della propria quotidianità: indossare la mascherina. Come se in un certo senso fossimo diventati un “un popolo senza volto, in maniera metaforica ovviamente, ognuno ha la sua identità” incapaci di riuscire a guardarci il viso.

Ad un certo punto poi si canta “Non ci scambiamo i pensieri figurarsi il sudore”. Rifletti sul fatto che i problemi tra le persone si alimentano, ad oggi, sempre di più per una mancanza di comunicazione e quindi effettivamente perché questa guerra al distanziamento fisico? Quante persone in silenzio contemplativo, su chissà cosa poi, perché dovrebbero volersi stare vicine?

Sempre attiva, ferma e attuale, è però la battaglia al distanziamento sociale dei Segni Distintivi, e anche qui, in questo brano dicono “no” al distanziamento sociale. Questo anno sembrerebbe aver unito l’Italia che da nord a sud si è ritrovata ad essere un’unica terra, un unico dolore, un’unica speranza. E anche se il mio scettiscismo nei riguardi della costanza di questa condizione di unione tra le persone è davvero molto presente e vivo, un briciolo di fiducia sento di averla, sperando di ritrovare in giro più amore, pace e gentilezza.

Insomma un brano carico di riflessioni, sarcasmo, ironia, speranza, voglia di cambiamento, in cui Angelo e Fabio lasciano all’ascoltatore massima libertà interpretativa perché non c’è cosa più bella di calarsi completamente in un brano, portarci le proprie emozioni, le proprie esperienze e su quelle ricavarne una propria, singola e unica interpretazione, quella che appartiene ad ognuno di noi, intimamente basata sulla propria vita.

E se domani dovessimo ritrovarci ancora in battaglia, in questa guerra pandemica non ancora finita, se le notti diventeranno di nuovo silenziose, costretti tutti in casa, magari questo raggae potrà farci ballare un po’ e divertire con le persone che amiamo.

Perciò non facciamoci trovare impreparati, organizziamoci, “c’è chi porta pazienza e chi la birra”, io porto entrambe!

Intanto, in attesa del prossimo album, vi lascio il link YouTube del video della canzone “Ci vorrebbe un raggae”, una realizzazione volutamente semplice, amatoriale ma che arriva dritta, senza mezze parole.

Il brano è presente su tutte le piattaforme dedicate alla musica: Amazon, Spotify, iTunes, etc.

Non avete scuse, buon ascolto.

Immagine di copertina: Segni Distintivi (in alto Angelo Forni, in basso Fabio Sgrò)

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