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Torino: aggredita verbalmente e picchiata una ragazza di 13 anni, da un gruppo di coetanee “per la sua borsa arcobaleno”.

“Prima mi hanno chiamato cagna. Poi hanno detto a me e alla mia amica ‘dovete bruciare vive’, e che siamo delle lesbiche schifose”.

Napoli: studente rimproverato da un collaboratore scolastico, poiché voleva accedere al bagno dei maschi, quello del genere che più lo identifica. L’uomo lo avrebbe esortato ad utilizzare i bagni delle donne rivolgendosi al giovane usando il genere femminile.

Castelfiorentino: Malika cacciata di casa dai genitori perché gay. “Se torni ti ammazziamo, meglio 50 anni di carcere che una figlia lesbica”.

Si potrebbe continuare ancora, e ancora… L’elenco e lungo e forse, mai finirà.

 Non è allora, così scontata, una legge che tuteli tutti i cittadini senza alcuna forma di discriminazione.

La ferita inferta alla singola persona offende la libertà di tutti. E purtroppo non sono pochi gli episodi di violenza, morale e fisica che, colpendo le vittime, oltraggiano l’intera società. Solidarietà, rispetto, inclusione, come ha dimostrato anche l’opera di contrasto alla pandemia, sono vettori potenti di coesione sociale e di sicurezza.

 Queste sono le parole del Presidente della Repubblica Mattarella in occasione della Giornata internazionale contro l’omobitransfobia che si inserisce all’interno della proposta di legge Ddl Zan.

Un testo costituito da 10 articoli, che ha come relatore il deputato del Partito Democratico Alessandro Zan. Tale disegno di legge mira a modificare l’ articolo 604-bis del Codice Penale, che si fonda sul reato di “Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa“. L’articolo del codice penale prevede “la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.

Il Ddl Zan aggiungerebbe all’articolo già citato le seguenti parole: “oppure fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità.

Il Ddl Zan quindi, si prefiggere lo scopo di estendere l’applicazione della “Legge Mancino” (L. 25 giugno 1993, n. 205), anche ai crimini d’odio e di incitamento all’odio per i motivi citati in precedenza. In caso di sospensione condizionale della pena, per gli stessi crimini sarebbero previsti anche i “lavori socialmente utili”.

Il 4 novembre 2020 la Camera ha approvato in prima lettura il ddl Zan, con 265 voti favorevoli, 193 contrari e un astenuto, un Disegno di legge, il numero 2005, passando quindi la proposta di legge alla Commissione Giustizia del Senato. Bloccata per diversi mesi, a causa anche delle resistenze di Lega e Fratelli d’Italia, sostenuti da alcuni esponenti del mondo cattolico, i quali non ritengono sia necessaria una legge specifica in merito. Al momento il Ddl Zan è stato calendarizzato dal Senato, ma non risulta esserci una data precisa.

La difficoltà di conoscersi e accettarsi, prima ancora di farsi accettare rappresenta una fase che investe la vita ciascun individuo. Ma di certo, in casi in cui si ha un orientamento e una identità sessuale, diversa quella che la nostra cultura “ci impone o ci indica come normale” la situazione non è sempre semplice. Sghignazzi, silenzi, paure, esclusione diventano mostri invincibili. Sensazioni difficili da distruggere, e capaci di scavare ferite profonde, perché tutto quello che esce dai binari spaventa. Sotto il peso di dover essere tutto e niente, uno e centomila; con lo sguardo confuso e poco deciso di chi si guarda allo specchio e si scopre per ciò che realmente sente di essere.

Vittorio Lingardi psichiatra e psicoanalista, professore ordinario di Psicologia dinamica presso la Sapienza Università di Roma afferma che “… Il bullismo omotransfobico colpisce e umilia il nucleo della propria identità, generando ferite che non subito e non sempre si rimarginano. E che si chiamano insicurezza sociale, sfiducia nelle relazioni, disamore verso sé stessi. “

Certo, non basterà una legge a cambiare in modo definitivo “l’agire dell’essere umano”, ma riconoscere e condannare tali forme di discriminazione chiariscono come uno Stato considera concretamente eguali tutti i suoi cittadini.

  In questo modo si potrà finalmente rimuovere l’irrazionale differenza che esiste nel nostro Paese

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