“Si può dire solo a posteriori se uno ha davvero amato, perché mentre si ama non lo si capisce”.
Il riassunto del concetto di amore tramite la voce romantica di un attore formidabile, 27 anni fa ci lasciava Massimo Troisi, a soli 41 anni. Mente chi afferma di non essersi emozionato alla visione de “Il Postino”, ultima opera d’arte lasciata ai posteri dell’attore di San Giorgio a Cremano. La spontaneità ti contraddistinguerá per sempre, che sia teatro o cinema, immedesimarsi nelle varie dinamiche è sempre stato il tuo forte.
Affrontare la vita con il giusto spirito, cogliendo ogni attimo come se fosse l’ultimo. Orgoglio partenopeo sempre in primo piano di quella Napoli di cui è stato il portavoce immortale. La voglia di conoscere nuovi mondi e di apprendere nuove forme del sapere ha reso eterno il suo ricordo, la cui bellezza non si è per niente affievolita con il trascorrere del tempo, nonostante tutto, nonostante le difficoltà causate da quel maledetto problema al cuore.
“Ricomincio da me”, quasi come se fosse un gioco di parole: il suo spirito guerriero gli ha permesso di affrontare tutte le battaglie con grinta e coraggio, anche, anzi soprattutto negli ultimi anni della sua vita. Anche quando iniziarono a cambiare il colore del suo viso e della sua pelle, tanto da diventare irriconoscibile.
In apertura ho citato una delle sue frasi più celebri sull’amore che ha avuto il pregio di riassumere in poche parole quanto sia ingenuo e naturale il sentimento che proviamo nei confronti degli altri. “Si chiama Beatrice, come nel libro di Dante Alighieri”: Massimo prende appunti e con la sua solita eleganza afferma: “Mi innamoravo ogni volta che la guardavo”. Questa è l’eredità più grande che l’ultimo film potesse lasciare.
Il patrimonio del nostro Massimo è parte della vita di tutti noi e le sue opere riescono a far riflettere ancora, a distanza di anni, sulla vita e sul ritmo frenetico che affrontiamo tutti i giorni nella quotidianità.