Cinema gratis per coloro che si sono vaccinati contro il Covid-19. È l’iniziativa lanciata dalla Cineteca Milano Meet, sala che ha preso il posto dello Spazio Oberdan a Milano. Da venerdì 21 maggio a mercoledì 2 giugno, chi si presenterà in cassa col certificato di avvenuta vaccinazione, anche solo per la prima dose, non pagherà il biglietto.
Film gratis al cinema per coloro che si sono vaccinati contro il Coronavirus, anche solo con la prima dose. È l’iniziativa lanciata dalla Cineteca Milano Meet, rinnovata sala cinematografica che ha preso il posto dello storico cinema Oberdan in viale Vittorio Veneto a Milano, all’angolo con piazza Oberdan. Da venerdì 21 maggio e fino al prossimo 2 giugno, chi si presenterà in cassa con un certificato di avvenuta vaccinazione, anche inerente solo alla prima dose, potrà entrare gratuitamente al cinema. L’iniziativa, spiegano gli organizzatori in una nota, vuole al contempo favorire il ritorno in sicurezza nelle sale cinematografiche e promuovere la campagna vaccinale.
La coda all’alba per celebrare la riapertura dei cinema. L’amore dei milanesi per il cinema è profondo: lo scorso 26 aprile, primo giorno di riapertura della sale cinematografiche, decine di persone si misero in coda all’alba fuori dal cinema Beltrade, che organizzò una mini maratona proprio per festeggiare la ripartenza. Adesso arriva questa iniziativa della Cineteca Milano Meet che spera così di invogliare il pubblico ad accomodarsi sulle nuove poltroncine della sala e godersi i film in cartellone.
La Cineteca Milano Meet sorge dove un tempo c’era lo Spazio Oberdan. La sala si trova all’interno di Meet, il centro internazionale di cultura digitale con il supporto di Fondazione Cariplo. La programmazione dei film, curata da Cineteca Milano, varia dai nuovi titoli del cinema europeo di qualità, offrendo film in anteprima italiana esclusiva e in lingua originale con sottotitoli, senza disdegnare i grandi classici e restauri. Tra i film in programmazione in questi giorni ci sono anche titoli come L’Enfer e Masques, di Claude Chabrol.
